osservatorio promemoria

Traduzione dell’articolo di “Tages-Anzeiger”

Il faro di Mussolini potrebbe brillare nuovamente*

Una fortezza rinnovata, situata nel Nord d’Italia dovrà attirare i visitatori. I fanatici del fascismo non sono temuti.

Su una collina fra Imola e Rimini, in una provincia della Romagna, è ubicato un castello circondato da pineti e cipressi. Si chiama Rocca delle Caminate e fa parte del comune di Meldola. Una volta fu una fortezza, lo testimoniano le mura alte e la torre di osservazione. Il castello divenne famoso negli anni trenta, quando Benito Mussolini, nato nelle vicinanze, risiedette lì. Il castello fu un regalo da parte del suo partito. Il leader dei fascisti vi si recava di solito d’estate. Ogni tanto vi riceveva rappresentanti del governo. Nelle cantine, si scoprì successivamente, furono torturati i partigiani. La torre di sorveglianza fungeva anche da faro. Il suo fascio luminoso splendeva solo quando il Duce era in casa – verde, bianco, rosso alimentato da 8000 candele. La luce era visibile a distanza di sessanta chilometri. Con la morte del Duce si spense anche il suo faro.
Ma ora il faro deve risplendere, vigoroso e luminoso. Il sindaco di Meldola, Gianluca Zattini, si aspetta più turisti per la sua piccola città se dovesse riaccendere il faro. Il castello è stato rinnovato ed è diventato anche bello. Un ristorante deve invitare a soffermarsi coloro che vengono attratti dal fascio luminoso del passato. Alla domanda se il sindaco non temesse di attirare soprattutto le “camicie nere”, ovvero i nostalgici del fascismo egli ha risposto: “Nero, rosso, bianco – per me i colori sono di importanza secondaria”. Chiunque voglia visitare Meldola è il benvenuto.

Un ulteriore luogo per il pellegrinaggio
Il faro di Mussolini si adatta bene ad un itinerario di viaggio o ad un tour tematico. La destinazione principale rimane il comune confinante di Predappio. Lì, in una cripta giace il Duce. Viene sorvegliato costantemente da volontari in vesti nere. 40.000 nostalgici ogni anno si recano in questo comune e acquistano presso i negozi di souvenir busti di Mussolini, vini con etichette tematiche e T-Shirt con detti non meno tematici.
Naturalmente a Predappio non si vuole dare l’impressione che il comune stia offrendo ai fascisti un luogo di pellegrinaggio e che si stia promuovendo tale ideologia. Ma visto che vi sono anche alcune mostre che si trattano il tema della dittatura, è difficile indebolire questa impressione. Per le affiliazioni antifasciste e per le comunità ebraiche questa superficialità storica ed intellettuale sembra valicare il confine. Il 94enne Carlo Smuraglia, Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, scrive in un saggio: “Il faro […] invece di «ricordare» i lutti che il fascismo ha recato al Paese, finirebbe per esaltarli”. Si darebbe la sensazione che il piccolo uomo con il mento pronunciato sia tornato nel castello fra i pineti ed i cipressi. O il suo fantasma.

“Tages-Anzeiger”, 5 marzo 2017
(*Traduzione a cura di Rosina Osanyuk)

 

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